Benvenuti alla prima puntata di questa serie dedicata ai progetti formativi Pathways che si affrontano nel corso della propria esperienza in Toastmasters. In questa prima puntata non potevo che parlare del primo progetto che ogni socio si trova ad affrontare: il temutissimo icebreaker.
L’icebreaker in Toastmasters è letteralmente “rompere il ghiaccio” di fronte al proprio club. Un discorso molto libero che ci permette di presentarci di fronte al club e cominciare a prendere confidenza col palco: vediamolo insieme.
Il primo progetto che Toastmasters ci invita ad affrontare con l’icebreaker è semplicemente presentarci al club. E’ richiesto un discorso (letteralmente “a story about you”) che duri tra i 4 ed i 6 minuti.
Il progetto ci aiuta, in questa prima sfida, ad inquadrare tutte le caratteristiche di un discorso. Ci ricorda che un buon discorso è sempre composto da 3 parti: apertura, corpo del discorso e chiusura. Il progetto icebreaker ci guida passo passo nella preparazione aiutandoci a strutturare il discorso e prepararlo adeguatamente con tanti consigli su come migliorarci prova dopo prova.
Inoltre questo è il primo progetto pathways che affrontiamo sulla piattaforma basecamp quindi il progetto non solo vi aiuta a familiarizzare col progetto e col vostro primo discorso, vi aiuta anche a prendere confidenza con l’interfaccia di basecamp (il portale educativo di Toastmasters) in modo da “capire dove cliccare”.
Ma non vi voglio raccontare troppo, attivare di persona il progetto Pathways icebreaker è sicuramente più efficace di qualsiasi mia spiegazione.
Oscar Wilde una volta disse:
Non c’è una seconda occasione per fare una buona prima impressione.
Sapersi presentare in modo efficace è sicuramente un grande vantaggio. Che sia a scuola, al lavoro o in qualsiasi altro contesto poco importa. Quindi iniziare a presentarci al club durante l’cebreaker è un ottimo modo per fare pratica per quando ci chiederanno “dai non essere timido presentati”.
Inoltre considerate che l’icebreaker è un ottimo modo per iniziare a prendere confidenza con un palco di fronte ad un’audience amica che vi supporta e che in quel momento sta facendo il tifo per voi. Non sempre i palchi che si affrontano potrebbero essere così amichevoli.
Il terzo “regalo” che si può sfruttare fuori dall’ambito Toastmasters è sicuramente la capacità di strutturare un discorso che stia nei tempi. Quante volte capita di sentire il classico discorso che dura una vita e che “non ha ne capo ne coda”?
Il mio suggerimento per questo progetto è abbastanza scontato: divertiti e trova il modo di far capire all’audience chi sei davvero e cosa ti appassiona.
Nel mio primo icebreaker ricordo di aver impiegato un tempo infinito per prepararlo ad un livello maniacale aumentando di conseguenza l’ansia da prestazione. In realtà al club non interessava sentire uno speech perfetto anzi erano lì apposta per aiutarmi spendo perfettamente che era la mia prima volta di fronte al club. Quindi ricorda che “Done is better than perfect”! Il mio consiglio spassionato è di non perdere mesi a prepararlo cercando la perfezione anche perchè lo speech perfetto non esiste. Prenditi il tempo giusto per prendere confidenza col discorso e quando sei abbastanza soddifatto lanciati!
Col senno di poi probabilmente avrei potuto presentare lo stesso speech impiegando molto meno tempo per prepararlo, facendomi meno paranoie e godendomi di più il palco ed il momento.
Se non hai confidenza con il palco pensa a qualcosa di semplice che tu possa gestire agilmente e, se senti il bisogno di usare delle note o degli appunti, fallo tranquillamente. La vera sfida nell’icebreaker è trovare il coraggio di salire sul palco.
Se non vi piace parlare di voi o “non ho niente di interessante da dire” anche questa è un’ottima cosa da raccontare al club. Una volta ho aiutato una socia che non voleva parlare di sè: l’icebreaker è stato un bellissimo discorso di 5 minuti incentrato sul “ma io cosa posso raccontarvi di me? Non so cosa dirvi, è colpa di mia mamma che mi ha portato qui!”.
Come vi dicevo ho presentato il mio icebreaker 3 volte in 3 percorsi pathways diversi. E’ stato divertente, in fase di preparazione, vedere quanto fossi cambiato dall’ultima volta, come fossero cambiati i miei obiettivi e come, di fatto, stessi affrontando un progetto totalmente nuovo. Ecco cosa mi sono inventato.
Il mio primo icebraker nel Pathways Dynamic Leadership è stato la summa di tutto quello che, con il senno di poi non andrebbe fatto in un icebreaker. Era giugno 2018 e lo speech si intitolava “Dr. Jeckyll & Mr. Hyde” e mi sono presentato come una doppia personalità: il Dr. Jeckil la mia parte ingegneristica, e Mr. Hyde la parte artitistica e musicale. Bello se non fosse stato per la struttura abbastanza complessa per un primo speech. E visto che non volevo farmi mancare nulla ho pure presentato il mio icebreaker usando delle slide (sbagliando diversi cambi di diapositiva). Potrei aggiungere mille altre cose che ho fatto per complicarmi la vita ma vi risparmio la storia completa.
E’ stato uno speech abbastanza apprezzato ma, riguardandolo oggi, non avevo capito il vero scopo del progetto. Volevo fare uno speech perfetto quando bastava salire sul palco con uno speech semplice e lineare senza tutta l’ansia che mi ero autogenerato e che mi ha portato a divertirmi meno di quanto avrei potuto fare.
Il mio secondo icebreaker è stato presentato online in piena pandemia. Visto l’uso di zoom e la possibilità di giocare con più telecamere ho approfittato del progetto per prendere dimestichezza con OBS studio. Nel mio speech “Tutte le mie spillette” avevo più telecamere che gestivo in modo da creare inquadrature multiple sia su di me che sulle mie adorate spillette. E’ stato abbastanza complicato a livello tecnico ma molto divertente per il mio lato nerd. E’ stato anche divertente presentare tutte le mie passioni attraverso le spillette (che essendo molto piccole dal vivo non avrebbero avuto grande risalto invece online con la giusta inquadratura sono diventati dei props interessanti).
L’ultimo icebreaker, il più recente mi ha visto sul palco con lo speech “il tempo di un film”. In questo terzo giro mi sono presentato al club unendo due mie passioni: gli orologi e i film. Quindi ho raccontato al club 3 momenti della mia vita significativi attraverso 3 orologi della mia collezione ed i film ai quali erano legati. Le tre accoppiate sono state:
Per questo progetto Pathways la fonte principale è il progetto stesso che trovate su basecamp. Nel caso non abbiate ancora attivato il vostro percorso ho scritto un paio di articoli in merito che potrebbero aiutarvi.
Come scegliere un Path Toastmasters
Come attivare un progetto Pathways
Ovviamente altri link utili possono essere il sito ufficiale di Toastmasters ed il sito di Toastmasters Italia.
Avete già affrontato l’icebreaker? Come vi siete divertiti a presentarvi di fronte al vostro club? Cosa ne pensate di questo progetto?
Avete qualche idea o suggerimento per il mio quarto icebreaker?
Raccontatemi tutto nei commenti!
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