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L’AH-Counter: migliora il tuo ascolto attivo

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Tempo di lettura: 5 minuti

Eccoci alla seconda puntata sui ruoli in un meeting Toastmasters: oggi vi parlo dell’AH-counter. Questo ruolo, esattamente come il timer, fa parte del team tecnico che durante un meeting Toastmasters aiuta tutti i partecipanti al meeting a migliorare le proprie doti oratorie. Mentre il timer controlla l’uso del tempo, l’AH-Counter verifica l’uso da parte degli oratori dei temuti (almeno nel mondo Toastmasters) GAPFILLER.

AH-Counter

I gapfiller (o riempitivi in italiano) sono tutti quei suoni tipo AHMMM, EMMMMM, UUHHHMMMMM oppure quelle parole messe lì “giusto per riempire un buco” (tipo, sapete, diciamo, cioè) ma anche quei finali di parola allungati indefinitamente. Di per sé usare un gapfiller non è un problema, se non fosse che il vostro discorso perderà incisività ed efficacia.

Soluzione semplice (tratta dal manuale “Scoprire l’acqua calda”): non usate i gapfiller!

Ma siamo sicuri sia così facile non usarli? Forse non è così immediato…vediamo perchè!

Il cervello è il vostro nemico numero uno!

Ebbene sì, non è facile non usare i gapfiller perché, in realtà, non vi rendete conto di usarli! Ed il colpevole è proprio il vostro cervello!

Il cervello fa in modo che voi non sentiate nessun riempitivo perchè, di fatto, è una cosa inutile (e lui lo sa). I gapfiller finiscono direttamente nel cestino della spazzatura insieme a tanti altri segnali che il vostro cervello scarta perché non significativi. Qualche esempio:

  • La sensazione del vostro corpo che pesa sul vostro sedere quando siete seduti.
  • La pressione dell’orologio al vostro polso o di qualsiasi altro oggetto stiate indossando (orecchini, collane, anelli).
  • I segnali provenienti per esempio dalla vostra cassa toracica che si muove ogni volta che respirate.
Tutti questi segnali (e molti altri) vengono totalmente ignorati dal cervello e vi accorgete che ci sono solo quando qualcuno ve lo fa notare (come del resto sono sicuro sia appena successo con voi che state leggendo questo articolo). Giusto per darvi una misura di quanto il cervello filtri i segnali provate ad ascoltare questo suono per un po’: è un segnale acustico senza nessuna informazione ed il vostro cervello, ascoltando questo suono abbastanza a lungo, vi farà venire sonno (perché per lui è terribilmente noioso non contenendo nessuna informazione utile da analizzare).
La stessa cosa (ma leggermente più malefica) succede anche quando parlate!

Sentite tutto quello che dite durante un discorso?

Ovviamente la risposta è: “NO sentite solo quello che il cervello vi vuole far percepire a livello conscio”. Ma durante un discorso il cervello fa ancora di più: prova ad aiutarvi come meglio può, non sempre ci riesce!

A me le orecchie!

Immaginate questo scenario: state parlando davanti ad un pubblico. Il vostro cervello sa che siete al centro dell’attenzione che la gente vi sta ascoltando. E’ di fatto in modalità “a me le orecchie” quindi proverà a farvi parlare qualsiasi cosa succeda perché restare in silenzio davanti al vostro pubblico sarebbe sbagliato.

Carta imprevisto

Hai appena estratto una carta imprevisto nel grande monopoli che è il tuo discorso in pubblico. L’imprevisto può voler dire che per esempio ti sei dimenticato cosa stavi per dire o, magari, devi ragionare in fretta per cambiare quanto previsto, magari per ingaggiare meglio il pubblico o per rispondere ad una domanda inaspettata.

Supporto non richiesto

Proprio nel caso di un imprevisto necessiterete di cambiare qualcosa nel vostro discorso. Questo vi ruberà qualche secondo dove sarete occupati a ragionare e quindi non parlerete. Ma il vostro cervello sa che siete lo speaker e la gente si aspetta che voi parliate. Un silenzio tombale non è concepito. Il cervello vi aiuta come meglio riesce.

La cura è peggio del male

Il cervello vi vuole aiutare quindi fa due cose: per prima cosa vi farà emettere un suono a caso. Questo riempie il silenzio che, dal suo punto di vista, è sbagliato. Ma al contempo sa che ha generato un suono inutile (tipicamente vi farà blaterare un huuummmm o allungherà il finale dell’ultima parola) e quindi, a livello conscio, non ve lo fa percepire.

E’ proprio per questo che abbiamo sempre un AH-Counter nel meeting Toastmasters. Questo ruolo supporta tutti gli oratori a rendersi conto di quali e quanti riempitivi usino durante i loro interventi perché da soli, difficilmente, se ne potrebbero accorgere. 

Cosa fa l'AH-Counter durante un meeting

L’AH-counter durante i meeting Toastmasters ha principalmente un compito: tenere conto di tutti i riempitivi usati (e che tipo di riempitivo) ha usato ogni persona che ha parlato durante il meeting. Questo compito non è banale perchè anche l’AH-Counter, come ogni essere umano, è “programmato” per ignorarli. Quindi per tutto il tempo del meeting il nostro eroe dovrà tenere la soglia dell’attenzione molto alta (come il timer) ma anche fare ascolto attivo e, soprattutto, sforzarsi di non ignorare i gapfiller!

Cosa mi porto a casa ricoprendo il ruolo di AH-Counter?

Essere AH-Counter durante un meeting può dare diversi benefici:

  • Sicuramente è un buon esercizio di attenzione, per tutta la durata del meeting non potrete distrarvi!
  • Fare l’AH-Counter vi aiuta ad allenare l’ascolto attivo! State davvero ascoltando quello che dice l’oratore di turno?
  • Come nel caso del timer avrete la vostra occasione di presentare il vostro report, riuscirete ad essere concisi ed utili? Sarete dei comunicatori efficaci?
  • In ultimo, ma non meno importante, vi allenerete a trovare i gapfiller che diventeranno sempre più evidenti nella vita di ogni giorno (sì! scoprirete gapfiller usati  da professionisti della comunicazione o durante spettacoli in TV). Di conseguenza inizierete anche voi ad usarne meno!

Consigli pratici per l'AH-Counter

Quando ti presenti

Ad inizio meeting dovrai presentare il tuo ruolo, hai tipicamente un paio di minuti. Usali non solo per dire che terrai traccia dei gapfiller usati in ogni intervento ma approfittane per spiegare quali sono tipicamente i galfiller più usati. Ricordati che stai facendo l’AH-Counter per supportare i soci ad essere oratori più efficaci e non solo per fare il computo dei gapfiller. Potrebbe essere carino, se hai tempo, ricordarlo. Se è la prima volta che lo fai, il mio consiglio è di evitare di specificarlo (frasi come “scusate è la prima volta che lo faccio, potrei non sentirli”): siamo tutti al meeting per migliorarci ed accogliere i feedback degli altri soci. Inoltre se proprio hai il terrore di non sentirli, potresti chiedere ad un socio esperto di supportarti e fare un confronto sui risultati.

Ricordati di monitorare tutti

A volte quando abbiamo sul palco un socio esperto si tende a pensare “lui è esperto quindi non ne usa”. Se riesci, evita questi preconcetti: se decidi a priori che un socio non userà gapfiller stai certo che non li sentirai! 

Feedback finali

A fine meeting il general evaluator chiederà il tuo report. Ricordati che in quel momento stai dando un feedback: in prima battuta potresti limitarti a riportare il conteggio dei gapfiller rilevati. Ma potresti fare di più: per esempio individuare per ogni speaker quali sono i gapfiller preferiti o quelli più usati. Potresti provare a capire quali sono le situazioni che li portano ad usare quei gapfiller. Potresti ancora provare a vedere se per esempio quei gapfiller sono accompagnati da gestualità ricorrenti. Per esempio una volta, un socio del mio club non usava gapfiller ma, ogni volta che aveva un’esitazione, si aggiustava gli occhiali sul naso: anche quello in una certa misura è un gapfiller!

Strumenti utili per l'AH-Counter

Effetti collaterali

Inizierete a sentire i gapfiller ovunque! E sì prima che ve lo chiediate, ci sono sempre stati e tutte le persone intorno a voi li hanno sempre usati! Peccato che il vostro cervello ve li abbia sempre fatti ignorare. Ah, già dimenticavo, inizierete a sentire anche i vostri! Ebbene sì, avete iniziato a “riprogrammare” il vostro cervello!

E voi? Li sentite i gapfiller?

Raccontatemelo nei commenti! Come è andata la prima volta che avete fatto l’AH-Counter? Perchè consigliereste a qualcuno di provarlo? Come reagite ora quando li sentite? Sono curioso! Scrivetemelo qui sotto!

Alessandro

Ingegnere, musicista e public speaker per diletto. Appassionato di programmazione, tecnologia e qualsiasi cosa possa definirsi anche minimamente nerd!

6 pensieri riguardo “L’AH-Counter: migliora il tuo ascolto attivo

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